Friday, October 13, 2023

Jose Mourinho "Federico Buffa Talks"


EPISODE 1 ITA 60mnts
Buffa.Raconta.Mourinho.ITA.EP1.102023.twb22.mp4
1.68 Go https://1fichier.com/?um7y6moeq4vh5w091vqc
EPISODE 2 ITA 60mnts
Mourinho.Buffa.ITA.Part2.102023.twb22.mp4
1.67 Go https://1fichier.com/?s9v3gq3bh8iqh0domaai

Nouveau double rendez-vous avec Buffa et Federico Ferri. Un dialogue inédit et profond avec le Special One. Le format est un récit suspendu dans l'espace et le temps d'histoires, d'anecdotes et de contextes liés au sport, un voyage fait de dialogues avec de grands protagonistes du monde du sport. Le rendez-vous a lieu sur la terrasse romaine du cinéma Barberini avec sa vue suggestive sur la Piazza Barberini et la magnifique Via Veneto. Un choix non aléatoire, l'une des qualités les plus connues de l'entraîneur de Giallorossi est celle d'être un séducteur de carrés émotionnels et "Roma explique que Federico Buffa en fait certainement partie. Mourinho arrive et gagne. Cela lui est arrivé à Porto, avec Chelsea, avec l'Inter, avec Manchester United et avec la Roma." Dans cette première partie du voyage, qui part de Setúbal et arrive à Milan, nous entrerons dans le monde, privé et sportif de Mourinho, dans lequel nous découvrirons, entre autres, ce que signifie être un Mourinhista et l'importance d'une voiture noire.
 

Nuovo doppio appuntamento con  Buffa e Federico Ferri. Un dialogo inedito e profondo con lo Special One. Il format è un racconto sospeso nello spazio e nel tempo di storie, aneddoti e retroscena legati allo sport, un viaggio fatto di dialoghi con grandi protagonisti del mondo dello sport. L’appuntamento ha luogo sulla Terrazza romana del Cinema Barberini con il suo suggestivo affaccio su piazza Barberini e sulla meravigliosa via Veneto. Una scelta non casuale, una delle qualità più note dell’allenatore giallorosso è quella di essere un seduttore di piazze affettive e “Roma – spiega Federico Buffa  è sicuramente una di quelle. Mourinho arriva e vince. Gli è successo a Porto, con il Chelsea, con l'Inter, con il Manchester United, ed è successo con la Roma”.  In questa prima parte del viaggio, che parte da Setúbal e arriva a Milano, entreremo nel mondo di Mourinho, privato e sportivo, dentro il quale scopriremo tra le altre cose, cosa vuol dire essere mourinhista e quanto è stata importante nella sua vita un’auto nera. 


Il mestiere di allenatore ha portato José Mourinho a cambiare spesso città: Barcellona, Porto, Londra, Milano, Madrid, Manchester, Roma. Ma c’è solo un posto nel mondo che considera casa, un posto dove non è José, ma “Zé, con una Z e una E”: Setúbal, che non è solo la sua città natale, ma anche il posto dove inizia ad allenare, fresco di diploma all'Istituto Superiore di Educazione Fisica. È la prima tappa di un viaggio straordinario, che lo vedrà crescere sotto le ali di Bobby Robson - prima come assistente e interprete, poi come vice - e di Louis Van Gaal, per poi affermarsi a Porto e diventare, in pochi anni, uno degli allenatori più vincenti della storia del calcio, collezionatore seriale di imprese epiche.


“Devo dare ragione dice l’allenatore a quelli che dicono che non sono umile. Ho fatto tante imprese. Vincere la Champions con il Porto, ovviamente è una super impresa, con 9 giocatori portoghesi nell'11 che ha giocato la finale di Champions, con 7 ragazzi che un anno prima non avevano una sola partita di Champions League giocata. È stata una grande impresa. Però ce ne sono altre, perché se ho avuto la fortuna di lavorare con grandi squadre con grandi budget, ho avuto anche la difficoltà di lavorare con squadre dove vincere è un miracolo. Io ho vinto con quel Manchester United, ho vinto con la Roma una coppa europea e mezza, una e mezza”.


Per Federico Ferri, il motivo per cui gli allenatori sono interlocutori così attraenti è perché quando si parla di loro e con loro: “Ci sono sempre dei giochi mentali dietro, c'è la leadership, c'è il carisma, c'è il rapporto fra persone. Ecco  prosegue il direttore responsabile di Sky Sport  nel caso di José Mourinho questo è molto evidente”. La popolarità conquistata dal portoghese negli anni, infatti, non è legata solo ai trofei vinti ma anche al modo, allo stile di comunicazione, al rapporto con i giocatori. “Il genio spiega Mourinho, raccontando l’origine di questo approccio al ruolo di allenatore  è stato un mio professore all'Università, che mi disse: “Non dimenticare mai che non sarai allenatore di calciatori ma di uomini, ragazzi, che giocano a calcio. Non c'è un segreto, un menù, si tratta semplicemente di essere me stesso, di essere empatico con la gente che lavora con me. Essere empatici significa anche essere critici, esigenti, aperti, onesti”.

























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