Stadio Alberto Braglia,
Modena
Referee: A. Tudor
Dai sei mesi a questa parte per Antonio Cassano la vita ha cominciato a srotolarsi sopra un crinale. Vuoto a destra, vuoto a sinistra. Gli unici paracadute - gli ultimi? - il tanto denaro guadagnato ed un talento che prescinde da età, umori e forma fisica. Non è un caso che nei suoi confronti, col passare delle settimane, le esortazioni stiano trasformandosi sempre più in ultimatum nei quali il sorriso si è appannato da tempo. Parabola in discesa Dopo il malinconico episodio della frattura con la Samp, infatti, a gennaio un galvanizzato Silvio Berlu-sconi lo ha accolto al Milan facendogli capire che, ad un passo dai 29 anni, quella era l'ultima occasione per non sperperare il suo talento. Non più tardi di due giorni fa, invece, un meno accomodante Addano Galliani ha sottolineato come a Cassano il posto in squadra non sarà affatto assicurato e dovrà darsi da fare parecchio per conquistarselo. Tra questi due poli temporali, si è snodata un'avventura milanista cominciata col piglio del protagonista e conclusa con la rassegnazione del gregario. I sussurri rossoneri sono senza freni: gestione alimentare difficile, modo di rapportarsi con i compagni discutibile, nostalgia dell'ambiente genovese esponenziale.
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Abbraccio Modena Nella rifinitura modenese, vedere la facilità con cui Cassano, da fermo, batte l'indifeso Viviano davanti a 6.000 ragazzi entusiasti (anche) di lui, fa pensare alla grandezza racchiusa nei suoi piedi protetti da discutibili scarpette gialle. Ma tutto questo è stato già visto e già detto tante volte. Troppe. Adesso persine l'ammiccare alle tra-sgressioni non fa più sorridere. «I bravi ragazzi vanno in paradiso, gli altri da tutte le parti», recita un motto finto-cool. Ecco, per Cassano l'impressione è che tutte «le altri parti» siano sempre e solo la medesima incompiutezza. Mentre il paradiso, invece, potrà ancora attenderlo solo per poco.