Monday, December 12, 2022

"Fedi" Verona


ITA 30mnts
Verona.Fede.ITA.twb22.mp4
1.40 GB https://1fichier.com/?3wnvl8vwzjy1ca7app24
https://filejoker.net/nwhf1sm85rg9

Fedi , racconta la città di Verona e la passione dei tifosi gialloblù per l'Hellas e non solo. Un amore speciale, raccontata dalle voci della città Tre episodi più un extra. Raccontare Verona è diventato nient'altro che un atto di fede: la bellezza struggente di una città unica, l'ambiente caldo di una parte d'Italia senza eguali. E poi il calcio, come sottofondo rumoroso della vita che scorre, anche seguendo il destino dell'Hellas.  La bellezza di Verona è il punto di partenza di una storia profonda e potente, che unisce l'eleganza di Verona e le sensazioni di una squadra in netta crescita. Il primo episodio comincia dall’evento che ha cambiato la cronaca della città: lo scudetto dell’Hellas Verona conquistato nel 1985.  Protagonista? Donatella Rettore: la cantante, tifosissima, ricorda i festeggiamenti per la città in festa, lei dipinta tutta di gialloblù e piena di vin in una felicità difficilmente descrivibile.  Il racconto passa poi tra i ricordi di Antonio Gioco: aiutava suo padre Giorgio nelle cucine dello storico ristorante 12 Apostoli, dove calciatori e società hanno festeggiato la vittoria del tricolore. Ad accompagnarci al ristorante è Lorenzo Fabiano, giornalista e scrittore veronese. I due iniziano una conversazione tra amici ricordando quella sera quando Antonio serviva i tavoli e Lorenzo stava fuori dal ristorante con centinaia di persone a intonare i cori che rimbombavano all’interno della sala. A quella cena non mancava Luigi Sacchetti, centrocampista di quell’Hellas vittorioso: "Abbiamo festeggiato, ma non ci siamo resi conto che avevamo fatto la storia di Verona".


Il secondo episodio si apre con Clizia Fornasier, attrice e scrittrice, che da piccola sognava la squadra della grande città, ma ora ha capito quanto cresca il desiderio anche nella provincia calcistica. A lei il tifoso dell’Hellas, il buteo, ricorda Romeo, l’eterno fanciullo mosso da un cieco amore. Ancora fanciullo è Doriano Recchia, abbonato allo stadio dal 1967, che ha seguito la squadra in tutte le trasferte nazionali ottenendo il soprannome “Italia”. Giovanni Vit, attore, fa parte di questa generazione di tifosi nata negli anni della Lega Pro. Per tifare l’Hellas bisogna essere un po’ matti e ci racconta la leggenda di quel vento che soffia dal monte Baldo facendo diventare i veronesi tuti mati, come intitola l’Arena per celebrare la vittoria dello scudetto ‘85.  Divinità per i tifosi veronesi è stato sicuramente Gianfranco Zigoni, ex attaccante degli anni Settanta. Lorenzo Fabiano ci fa tornare al giorno in cui Zigoni si presentò al Bentegodi in pelliccia e cappello da cowboy perché non era stato messo titolare. 


Il terzo episodio ha tra i protagonisti Francesco Grigolini, il fotografo ufficiale dell’Hellas che in quarant’anni di carriera ha visto passare dal mirino della sua macchina intere generazioni di calciatori e tifosi. Nicola Padovani ha creato un santuario di reliquie raccolte fin da quando era piccolo, quando la Curva Sud era ai suoi albori.  Per quale motivo il nome Hellas? Ce lo spiega Lorenzo Fabiano al liceo Maffei di Verona dove nel 1903 il professore di greco Decio Corubolo insieme ad alcuni studenti decide di fondare la squadra con un fondo di 32 lire e qualche orologio messo in pegno. Seguiamo Fabiano anche allo stadio Bentegodi dove ricorda la nascita del detto fatal Verona, poco cara ai tifosi milanisti che persero lo scudetto in Veneto prima nel 1973 e poi nel 1990. In questa partita fu protagonista Davide Pellegrini uno che ha militato nell’Hellas per vent’anni (prima da calciatore e poi da allenatore, dai pulcini fino alla prima squadra), che ci racconta il pallonetto che mandò all’inferno il Milan di Sacchi. 



L’episodio extra di Fedi-Verona racconta la nascita di una nuova fede. Nel quartiere Chievo fino al 2021 esisteva l'omonima squadra che aveva fatto innamorare tutta Italia. Dalle sue ceneri è ora nata la Clivense. Sergio Pellissier è stato lo storico attaccante del Chievo Verona e insieme alla famiglia fa parte del piccolo quartiere della città. Ha deciso di fondare la Clivense per tutti quei tifosi, compreso lui stesso, che si sono trovati a non avere più una squadra per cui gioire e soffrire.  Una di quei tifosi tristi e confusi era la Signora Maria, che ha tifato Chievo per quasi quarant’anni. Meno male che c’è Sergio dice perché ora può tornare allo stadio ogni domenica a incitare i nuovi ragazzi.  Ad affiancare Pellissier c’è l’amico ed ex dirigente del Chievo Enzo Zanin, ora vicepresidente della Clivense. Ci spiega che attraverso i social hanno iniziato la campagna di reclutamento calciatori che ha portato più di 160 ragazzi a presentarsi ai provini. Costruire una nuova fede sarà un’impresa lunga, per cui ci vorrà tenacia, ma anche quella follia veronese che a lui e Sergio non manca.

 

Saison 77-78. Le Lenarossi Vicenza de l'extravagant président Farina, néopromu en série A, étonne le calcio en accrochant la seconde place du championnat. Un an plus tard, le club vénitien sombre corps et biens : il retrouve en série B une place plus en rapport avec ses réelles possibilités. Pendant que Vicenza s'écroule, un autre « modeste » du football italien prend la relève au chapitre des surprises : le Pérugia du vieux président d'Attoma. En 78-79, lui aussi termine dans la foulée du champion. Mieux : il réalise << il miracolo deir imbattibilità », le miracle de l'invincibilité, 11 victoires et 19 matches nuls! L'Italie est épatée. Pourtant, deux ans plus tard, malgré l'apport d'un certain... Paolo Rossi, Pérugia plonge à son tour dans la galère de la série B. 1982-83. Après quelques brefs passages parmi l'élite dans les années 60-70, Hellas Vérone retrouve la série A. Et comme Vicenza ou Pérugia les saisons précédentes, l'équipe du président Celestino Guidotti stupéfait à son tour le calcio, s'installant avec détermination à la seconde place du championnat, dans la roue du leader (la Roma) et devant les « Grands » truffés de stars comme l'inter ou la Juve. 

 


 

Jusque là, l'Histoire a un goût de réchauffé... Mais à Vérone, la superstition, on ne connaît pas. Et la similitude de parcours entre les deux cas suscités et celui de la formation au maillot bleu et jaune, quand bien même elle tenterait les oiseaux de mauvais augures, n'effraie pas le moindre tifoso. C'est que sur les berges de l'Adigc, qui baigne la cité romantique de Juliette et Roméo, on semble avoir préparé l'affaire de main de maître. Vicenza ou Pérugia, c'était du préfabriqué, de l'artificiel, de l'illusoire ï Deux grenouilles qui se voulaient plus grosses que des bœufs. Deux jouets entre les mains de présidents mégalos assoiffés de gloire mais dont la folie des grandeurs symbolisée dans les deux cas par l'acquisition de Paolo Rossi, ne s'appuyait que sur des chimères. A Vérone, c'est différent. Le club, il est vrai, n'en est pas à son coup d'essai en série A. Et s'il réussit aujourd'hui, au-delà même de toute espérance, c'est peut-être aussi parce qu'il a su tirer les leçons des nombreux échecs d'hier. Et bâtir en conséquence.

 


 

L'Histoire du club remonte à 1903, avec la création d'Hellas, équipe de foot « montée » par des étudiants en grec. Le club devient Hellas Vérone une première fois en 1919. Il y aura scission, puis de nouveau fusion en 1959. Après trois décennies d'errements en séries C et B, Hellas Vérone accède une première fois à l'élite en 57. Il redescend aussitôt et devra attendre dix ans pour conquérir de nouveau sa place au paradis. De 69 à 74, il se maintient en série A. Mais en 74, alors qu'il termine à la troisième place, il est déclassé et rétrogradé en B, le président de l'époque ayant cru bon d'essayer d'acheter un match ! En 75-76, Vérone rejoint encore les « Grands ». Mais une fois de plus, il ne s'est pas véritablement préparé à affronter le gotha du calcio. En 79, la chute est terrible. En 80, puis en 81, c'est dans les profondeurs du classement B qu'on le retrouve, frôlant à la fois la faillite et le gouffre de la redoutable division C. Mais en 81-82, tout change. Une nouvelle génération de joueurs s'affirme. Le club recrute des éléments expérimentés de série B ou A pour les encadrer. Et la remontée est au bout. Mascetti, ancien joueur du club qui a mis un terme à sa carrière en 80, est devenu manager. Avec le président Guidotti, concessionnaire de voitures de luxe à Vérone, il met sur pied une opération renforts de grande envergure. Aux Di Gennaro, Fedele, Tricella, Garella, Oddi, Manueli, ou autres Penzo, qui ont participé à la montée, ils vont ajouter une pléiade de joueurs de valeur venus d'horizons différents...

 
















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