Wednesday, August 2, 2023

Alessandro Del Piero & FrancescoTotti "10+10 Il Due Capitani"


ITA 1H20
Del Piero.Totti.10+10.Il.Due.Capitani.ITA.twb22.mp4
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Due numeri 10, due capitani, due simboli, due leggende. Alessandro Del Piero e Francesco Totti. 10 più 10, che fa 20. Un compleanno da vivere con due fenomeni del pallone, intervistati dal Federico Ferri. E introdotti, così, dalle parole di Federico Buffa: "Quante volte nella nostra vita c'è capitato di sentire qualcosa di scomodo per gli amanti del calcio, ovverossia che, chi non ama il calcio o magari lo segue distrattamente, dice: "Beh, però, guadagnano così tanto, in fondo sanno tirare soltanto tre calci a un pallone"... No. No. Guardate i gol di questi due giocatori. È palese un dettaglio proprio di natura antropologica: è il loro senso geografico. Hanno un'idea geografica del loro corpo e hanno un'idea geografica del luogo che li circonda. Alessandro non ha nessun problema a dichiarare che di notte, quando segnava i goal alla Del Piero, il pallone lo vedeva quando era già partito. Ma lui geograficamente sa dov'è il suo corpo, sa dov'è la porta e si sa muovere di conseguenza. E guardate Francesco, guardate Francesco. Ha questo modo di abbassare il corpo per cercare l'equilibrio perfetto, ci sono dei gol che non potrebbe segnare, ma come i felini - e lui ha due appoggi soli - si coordina mentre è già in movimento per arrivare ad impattare perfettamente. Certo che poi ci vuole il sacrificio, certo che poi ci vuole la fase ossessiva, che è quella che genera i fuoriclasse. Certo che stiamo parlando di due dei primi 100 giocatori della storia del gioco, ma non vengono pagati così tanto (solo) perché sanno tirare tre calci. Vengono pagati così tanto perché appartengono a quel piccolo percentile di esseri umani che, senza che nessuno gliel'abbia insegnato, si possono muovere come artisti. Esatto. Come artisti. Come si diceva nell'Argentina del primo ‘900 i calciatori valgono, gli attori valgono, i musicisti sono artisti e quindi, essendo degli artisti, generano mondi immaginari, che sono quelli che guardiamo noi, che dirigono la nostra vita e che quindi completano il cerchio e diventano più reali del reale".


Due vite parallele, da bandiere di Juventus e Roma: "Con pochi anni di differenza abbiamo cominciato un percorso anche dopo il calcio praticamente insieme - racconta Alex Del Piero -, quindi anche oggi ci confrontiamo sui figli che hanno più o meno la stessa età, sulle vicissitudini che possiamo avere nel dopo carriera, sugli impegni e sulle opportunità. E questa è la parte più bella che poi ti rimane, no? Riuscire a ricordare e condividere ancora una volta dei passaggi storici, tanti di rivalità, per quello che eravamo e che siamo stati, ma il più bello di tutti è insieme ed è il Mondiale del 2006". Quindi compagni, avversari, ma amici: "Rivalità, ma calcistica - prosegue Totti, parlando delle loro due vite in parallelo -, vent'anni di calcio da avversari, ma col massimo rispetto, con la massima amicizia e con una cosa che poi ci accomuna, come ha detto Alex, nel 2006. Il 2006 è l'unica volta che siamo riusciti a giocare veramente insieme".


E dopo aver rivisto loro stessi da giovanissimi, ci si tuffa nella loro storia. Di amicizia, certo, del trionfo tutto azzurro del Mondiale del 2006, ma anche come simboli di due squadre rivali: "Ero contento di quello che faceva Alex, ma pensavo prima di tutto a me stesso, e credo viceversa. A fare il meglio per la squadra, per la città, per la maglia - dice Totti -. Poi se lui faceva tre gol io ne facevo due, ero contento uguale". Del Piero: "Abbiamo vissuto un'epoca dove c'erano i migliori campioni al mondo, quindi la rivalità la vivevi ogni partita, anche con le piccole. Poi credo, col passare del tempo, che dalla rivalità si sia creata una complicità, perché capivamo mano a mano le responsabilità di essere diventati capitani delle nostre squadre. Cosa rappresentavamo per le rispettive squadre e per l'Italia, e come ci proiettavamo in Nazionale. È nato anche una sorta di affetto per quello che l'altro stava portando avanti". Una rivalità fatta di rispetto, alla Federer-Nadal, loro avversari per forza, Del Piero e Totti anche compagni: "Sì, c'è il rimpianto di non aver giocato più tempo insieme in Nazionale" - parole di Alex, a cui fa eco Francesco: "Pure per me". "Le qualificazioni del 2006 le avevamo fatte insieme - torna a raccontare Del Piero -, con lui un po' più centrale e un po' più defilato a sinistra. E nel 2006 credo sia stato l'anno dove Lippi, più di tutti, ha cercato di farci giocare insieme".

















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