Saturday, March 11, 2023

Agostino Di Bartolomei "Discordo su Due Piedi"


ITA 55mnts
Bartolomei.UnoDomenica.ITA.twb22.mp4
1.63 GB https://1fichier.com/?c8wglgy82dfzurawxn0z
https://filejoker.net/rsuu209q9bpd

Nel quarantennale dello scudetto romanista del 1983, Giorgio Porrà racconta la vicenda umana e sportiva del capitano di quella Roma tricolore: Agostino Di Bartolomei, figura iconica e indimenticabile per i tifosi romanisti e per tutti gli appassionati di sport.   “Aveva un nome lungo, complicato per i titolisti, per i cori da stadio" scrive Porrà. "Inevitabile accorciarlo. Agostino Di Bartolomei diventò Ago o Diba, in fondo più in linea con la sua indole, lo stile asciutto, con quel modo ermetico di relazionarsi col mondo.” Il giocatore romano e romanista, aveva soprattutto un grandissimo talento per il gioco e per il comando. Aveva polso e lancio lungo, equilibrio e dinamite nei piedi. E’ stato, con Liedholm e Falcao, il cervello, il capitano della Roma scudettata dell’83, che l’anno seguente sarebbe inciampata nella malasorte in finale di Coppa Campioni con il Liverpool all’Olimpico. 


"Ma era uomo, Di Bartolomei, anche di rara sensibilità - prosegue il percorso narrativo del “L’uomo della Domenica”. Il profilo basso, l’anima blindata in un pugno, lo sguardo sempre oltre, oppure rivolto su di sé, dentro di sé, ad investigare di continuo attorno alle proprie tante inquietudini”.  Un’avventura umana e sportiva avvincente, tormentata, istruttiva come poche altre. Come la missione di Ago, la difesa sentimentale del gioco, della sua essenza. E con quel drammatico capolinea del 30 maggio 1994 – a 10 anni esatti dalla finale persa - ad imporre tante riflessioni anche a decenni di distanza dal suo distacco.


Una puntata toccante e coinvolgente, che va oltre lo sport, per diventare biografia ed excursus esistenziale, senza tralasciare accenni a personaggi legati alla parabola di Ago: Nils Liedholm innanzitutto. Fu proprio il “Barone” a cambiargli la vita, a trasformare quella supposta lentezza del giocatore Di Bartolomei in arma letale. Gli bastò spostare qualche pedina nel suo schieramento, convinto com’era che far girare spesso i suoi li avrebbe aiutati a “vedere il mondo da altre prospettive”, come diceva l’allenatore con la sua affilatissima ironia. Rientrano nel racconto della puntata anche Cerezo e Falcao, la quota verdeoro, e altri protagonisti di quella stagione. Vi rientrano anche le armi da fuoco e quella preoccupazione di autodifesa che si stratificarono nella vita privata di Di Bartolomei (come di altri giocatori in quel periodo), accendendo la lunga miccia silenziosa che molti anni dopo avrebbe fatto deflagrare la sua vita.















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