Saturday, May 4, 2024

Buffa Racconta In memoria di Erno Egri Erbstein, il Condottiero del Grande Torino


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À la mémoire d'Erno Egri Erbstein, le leader de Grande Torino, le témoignage émouvant recueilli par Federico Buffa en 2021 directement à partir des paroles de Susanna Egri, quatre-vingt-dix-sept ans, présidente de la Fondation Egri pour découvrir l'incroyable histoire de son père qui, après avoir survécu avec elle aux horreurs des persécutions juives, est devenu entraîneur de la légendaire équipe des "Invincibles".


In memoria di Erno Egri Erbstein, il condottiero del Grande Torino, la commovente testimonianza raccolta da Federico Buffa nel 2021 direttamente dalle parole di Susanna Egri, novantasettenne, Presidente della Fondazione Egri per la Danza, per scoprire l’incredibile vicenda di suo padre che, sopravvissuto con lei agli orrori delle persecuzioni ebraiche, divenne allenatore della leggendaria squadra degli “Invincibili”. 


 Tutti conoscono la mistica del Grande Torino, i padri granata la trasmettono ai loro figli e così sarà per sempre. Eppure di quella squadra si tende sempre a parlare e a ricordare il presidente, i giocatori e non l'architetto, l’uomo che quei giocatori li scelse e poi li condusse. Ancor meno note sono le vicende che accompagnarono la vita e il percorso professionale di quest’uomo, un umanista prestato al calcio, costretto, per via delle sue origini ebraiche, ad affrontare insieme alla sua famiglia la fuga e le atrocità cui la Seconda Guerra Mondiale li sottopose e a cui insieme, con coraggio, riuscirono a scampare per una assurda e fortuita combinazione di eventi.


“Ascoltare la sua storia lascia chiaramente intendere che fosse destinato a quel ruolo, con tutte le conseguenze del caso. E questa storia ce la può raccontare una persona sola, una che l'ha vissuta fino in fondo e continua a viverla: sua figlia Susanna.”    “Mio padre aveva molta ammirazione per Mazzola diceva: ‘Valentino è un artista del pallone’. Oltre a quello, mio padre gli ha insegnato il meccanismo del gioco del calcio, le strategie per affrontare le singole partite. Fra di loro c'era una grande intesa. Un po’ come fra me e mio padre. Bastava un'occhiata, Mazzola in campo e mio padre in panchina.” Susanna Egri “Mio padre mi ha dato la forza dei valori. Siamo stati educati secondo principi etici e non confessionali e l’eredità più forte che abbiamo ricevuto è la convinzione che il bene, alla fine, avrebbe avuto la meglio sul male. Anche quando siamo dovuti fuggire da Lucca, quando né a Torino, né a Rotterdam, né a Budapest siamo stati al sicuro dalla folle persecuzione nazista, in mio padre non ho mai percepito rabbia. Era un uomo saldo nella sua moralità e io, anche durante la guerra, non ho mai avuto paura perché sapevo che finché ci sarebbe stato mio padre non mi sarebbe accaduto niente di male". Susanna Egri.











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