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Giuliano.Giuliani.ITA.twb22.mp4
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È dedicata a Giuliano Giuliani, il portiere più vincente nella storia del Napoli, la produzione originale firmata da Giorgio Porrà: “L’uomo della domenica. Discorso su due piedi”. Portiere tra i più forti della sua generazione, un uomo la cui tragica parabola svelò i pregiudizi dell'ambiente, subendone le crudeli conseguenze, Giuliani fu il primo, e finora l'unico calciatore italiano riconosciuto sieropositivo. L’Aids lo uccise, a soli 38 anni, nel novembre ‘96. Ma la sua figurina, nelle coscienze di tanti, di troppi, appariva già sbiadita nelle stagioni in cui affrontava la malattia. Una storia, la sua, rimasta sommersa e bollata come scandalosa.
I portieri rappresentano per il mondo del calcio una sorta di circolo esclusivo, che oscilla fiero tra splendore ed abisso. Una categoria a parte, secondo Dino Zoff, rispetto a tutto il resto dell’universo calcio, che vive di istanti in cui occorre sbagliare il meno possibile. La difesa della porta, come la difesa della propria dignità è una missione sfibrante, che costringe i portieri a carriere, e a volte, anche esistenze, trascorse in solitudine. Come quella, maledetta, di Giuliano Giuliani. Tra i portieri, il più solo di tutti. Con sensibilità e garbo Giorgio Porrà ne recupera la vicenda umana, già oggetto di approfondimento nell’opera del giornalista e scrittore Paolo Tomaselli, “Giuliano Giuliani, più solo di un portiere , e ne traccia il profilo umano e tecnico, segnato da trionfi sportivi oltre che dal suo tragico destino.
Quando “Giulio” Giuliani scopre di essere malato, lo confida solo alla moglie Raffaella. Insiste nel difendere i pali dell'Udinese, trovando nel club un solido alleato, ma all'esterno, tutt'altro clima. Ed è questo, in fondo, il senso, il punto vero della storia, la reazione del calcio, tranne poche eccezioni, davanti al diffondersi delle voci, tra disinformazione, idee distorte e timore condiviso di venire contagiati dal male innominabile. Nella percezione di tanti, da stella a possibile untore. Un lento martirio che Giuliani affronta senza mai arretrare. Con silenziosa fierezza. Anche quando capisce che il traguardo si avvicina. Resta se stesso, dritto, calmo, come un tempo sulla linea di porta. A cambiare è solo la sua missione: accompagnare la figlia Gessica a scuola sino all'ultimo dei suoi giorni. Aveva solo 7 anni quando Giuliani si spense nel reparto malattie infettive del Sant'Orsola di Bologna. Fu sempre tenuta all'oscuro delle ragioni della scomparsa del padre, che scoprì da sola casualmente, ormai maggiorenne, con una ricerca su internet.
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