29 avril 1990
Napoli, stadio San Paolo
34e journee
Napoli: Giuliani, Ferrara, Francini, Crippa, Alemao, Baroni (66' Fusi), Corradini, De Napoli (85' Mauro), Careca, Maradona, Carnevale. A disp.: Di Fusco, Bigliardi, Zola. All. Bigon.
Lazio: Fiori, Bergodi, Sergio, Pin G., Gregucci (71' Soldà), Piscedda, Bertoni, F. Marchegiani, Amarildo (59' Troglio), Sclosa, Sosa. A disp. Orsi, Beruatto, Monti. All. Materazzi
ITA repost lien mort retrouvé sur un disque dur.
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29 aprile 1990: un sogno tricolore ritorna sullo stadio di Fuorigrotta e su tutta Napoli e la regione, tre anni dopo il primo trionfo. Venti anni dopo cosa resta di quel trionfo? I bambini di allora raccontano quel trionfo ai bambini di oggi, le cassette dei trionfi sono diventate i dvd dei ricordi. Il capitano di quell’armata invincibile oggi come allora si sta preparando ad un Mondiale da vincere, stavolta nei panni di ct. A guidare il Napoli c’è sempre un Bigon: da mister Albertino a Riccardo, ds di questo Napoli. Solo le bandiere sono uguali: quelle col 2 sul tricolore. È già perché da allora il Napoli non ha più vinto nulla (se si esclude la SuperCoppa quattro mesi dopo).
Eppure quella stagione non era iniziata, all’epoca era una notizia con gli azzurri favoriti: Maradona non voleva saperne di tornare (Ferlaino stava per prendere Futre…), Careca ed Alemao era impegnati in Coppa America. Così Bigon il 27 agosto parte ad Ascoli con un Napoli tutto italiano: l’esperimento funziona (1-0 Crippa) ed ha successo anche con l’Udinese. Pari a Cesena di mercoledì sera, vittoria nell’arena (infuocata come sempre) di Verona, firmata dal rientrare Careca. Maradona rientra la settimana dopo con la Fiorentina, ma la sua stella è offuscata da Roby Baggio, che porta avanti la Viola 2-0. Diego entra al 46’, sbaglia un rigore, ma il Napoli rimonta da 0-2 a 3-2.Il Napoli è primo ed al San Paolo è un rullo compressore: tramortite le due milanesi (3-0 al Milan e 2-0 all’Inter), nel mezzo l’1-1 contro una Roma gladiatoria al “Flaminio”. È il Napoli dal gran carattere: stesso pari (compreso il rigore di Maradona) anche al Genoa, vittoria nel recupero col Lecce. Poi ancora due 1-1, con rammarici: quello con la Samp (unica squadra quell’anno a non essere battuta al San Paolo) e con la Juve all’ex Comunale. Bigon mantiene i suoi in perfetta media inglese ed a Natale, dopo il 2-0 col Bologna è primo con un buon margine sull’Inter.Durante le feste arriva la prima sconfitta: dopo 17 giornate il Napoli si ferma il 30 dicembre, rimediando un pesante 3-0 dalla Lazio. Alla Befana ricomincia battendo 1-0 il modesto Ascoli ed ad Udine rischia grosso: è sotto di due reti al 90’, ma nel recupero Maradona e Corradini fanno il 2-2. Da lì in poi il Napoli fa filotto: Cesena, Verona, Fiorentina e Cremonese cadono sotto i colpi dell’undici di Bigon prima del big-match col Milan.
Il Napoli ci arriva con due punti di vantaggio, ma la squadra di Sacchi culmina una grande rimonta col 3-0 (Massaro, Van Basten, Maldini) nello scontro diretto che sancisce l’aggancio. Gli azzurri si riprendono con la Roma (3-1 con un gol da fantascienza di Careca), ma ancora a Milano, luogo del delitto, perdono lo scettro il giorno di Carnevale. Dopo il vantaggio di Careca, i nerazzurri rifilano tre reti ai partenopei, privi di Maradona. Inizia un altro campionato, col Napoli, ora impegnato a rincorrere il Milan: ed iniziano anche i veleni e le polemiche. Gli azzurri rosicchiano un punto a Lecce (i rossoneri vanno ko con la Juve), poi perdono con la Samp, ma si riscattano nel perentorio 3-1 alla Juve, griffato da una doppietta sublime di un Diego di nuovo in forma mondiale.A quattro giornate dalla fine il Napoli va a Bergamo: campo ostico, anche troppo. Dalle gradinate piovono in campo oggetti, tra i quali una 100 lire che colpisce al capo Alemao. Diventerà la monetina più celebre della storia del calcio, visto che il Giudice Sportivo, per il trauma riportato dal centrocampista brasiliano, concederà il 2-0 a tavolino al Napoli (la gara era terminata 0-0). Al Bologna il Milan si salva grazie ad un macroscopico errore arbitrale, ma in Italia scoppia il caos tra interrogazioni parlamentari, inchieste e una stucchevole guerra Nord-Sud, che vede sulle barricate oltre a stampa e tifosi, soprattutto i presidenti Ferlaino e Berlusconi.Si arriva così alla 32° giornata con le due squadre a pari punti. Il Napoli a Bologna fa tre gol in un quarto d’ora e passeggia (alla fine sarà 4-2); il Milan risponde a Verona col gol di Simone, ma nei minuti finali viene rimontato dall’Hellas. A 90 minuti minuti dalla fine c’è il controsorpasso: azzurri avanti di due punti. In città già scoppia la festa, dove viene fuori tutta l’ironia partenopea, sancita sette giorni dopo, dalla zuccata vincente di Baroni contro la Lazio: è il 29 aprile 1990. Venti anni, quanto è lontano e quanto è vicino l’ultimo scudetto della storia azzurra. Emozionante, beffardo e soprendente: uno scudetto tutto napoletano. (Andrea Terracciano)
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