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L'ancien défenseur de Parme et de la Juventus s'entretient avec Linea Diletta, en direct de Paris : de Bois Colombes aux stades les plus incroyables d'Europe et du monde. Un voyage dans le passé en tant que footballeur, bien sûr, mais aussi dans ce présent en tant que militant. Avec en toile de fond Bois Colombe, petite ville aux portes de Paris où le champion est arrivé à 9 ans de Guadeloupe, Thuram retrace les lieux de son enfance et de son parcours.
L'ex difensore di Parma e Juventus si racconta a Linea Diletta, direttamente da Parigi: da Bois Colombes agli stadi più incredibili d'Europa e del mondo. Un viaggio nel passato da calciatore, certo, ma anche in questo presente da attivista. Nello scenario di Bois Colombe, una cittadina fuori Parigi dove il campione arrivò a 9 anni dalla Guadalupa, Thuram ripercorre i luoghi della sua infanzia e racconta l'emozione: dalla sua prima casa al mercato dove giocava a calcio e sognava coi compagni.
“Quando sono arrivato a Bois Colombes, nella periferia di Parigi, avevo 9 anni; a scuola mi hanno dato dello 'sporco negro', pensarci è ancora uno choc per me. Quando abitavo in Guadalupa non era così, noi bambini giocavamo e basta senza pensare al colore della pelle”, racconta Lilian a Diletta. Lì è dove il piccolo Lilian subì lo choc dei primi insulti razzisti, lì è dove tutti fermano Lilian e si capisce ciò che l’ex giocatore rappresenti per il suo Paese.Non solo per tutto ciò che ha fatto dentro al campo - è uno degli eroi della vittoria della prima storica Coppa del Mondo nel 1998 -, ma soprattutto per il suo impegno fuori dal campo: la sua vita di oggi ha poco a che fare col calcio, molto con l’impegno “per un mondo migliore”. “Io credo che quando tu vivi il calcio e ami il calcio, prima di essere nero, italiano, francese, ti rendi conto che sia in campo che fuori noi siamo esseri umani, siamo nella squadra degli esseri umani e dobbiamo difendere questa squadra”, racconta ancora l'ex Parma e Juventus.
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