Euro Espoirs U21 1999 Qualifs Italia France

Qualifications 

Huitieme de Finale Retour

17 Novembre 1999

Stadio Erasmo Lacovone Tarento

ITA repost lien mort retrouvé

"The Domenech game the begining of love affair with Italian coaches"

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 Il pubblico di Taranto spinge la squadra di Tardelli verso un risultato che può valere l'Olimpiade Under all'ultimo respiro Francia in dieci, risolve il genio diPirlo Giancarlo Laurenzi inviato a Taranto Strofina la lampada, Pirlo. E il genio regala all'Italia un urlo grande così. Una colomba bianca dentro la porta francese, sotto il legno, davanti ai compagni che si ammucchiano su Tardelli, il fratello maggiore, mica il papà. Due ore piene di gioco per tre gol e tre pali. In entrambe le classifiche reti e pali - vince l'Italia 2-1 e vola ai quarti dell'Europeo Under 21, lasciando alla Francia il livore sciovinista e la rabbia per una partita eccellente giocata con un uomo in meno lungo 110 minuti. Decide la punizione di Pirlo nel secondo tempo supplementare, il riscatto dopo una serata in chiaroscuro, la firma d'autore che scavalca i gol di Henry e Comandini, uno per tempo regolamentare, anestetizzatisi a vicenda. L'anestetico, per cominciare, era nascosto nei piedi deliziosi di Henry, uno che qui in mezzo si muove come un orango con i pargoli. Cento secondi di niente prima del flash che abbaglia uno stadio e sgonfia una squadra: Ferrari e Mezzano gigioneggiano, Luccin li inguaia e centra per l'incursore dell'Arsenal, carezza di testa alla palla davanti all'incerto Abbiati. Hai voglia a dire: non giochiamo per lo 0-0. Quella perla che esce dall'ostrica francese prima dell'antipasto, manda in tilt Tardelli e il menù difensivo disegnato nella cucina dello spogliatoio. Ora bisogna spingere, però la Francia gioca bene e si muove meglio, soprattutto lontano dalla palla, rispetto all'andata gli innesti di Henry e Dabo hanno spostato gli equilibri. 

A rimettere ordine ci pensa l'arbitro Cardoso che manda fuori Bassila per una manata a Baronio, al culmine di un'animata disputa inaugurata dalla gomitata di Sagnol sul volto di Ambrosini di'). In undici azzurri contro dieci l'ago della bilancia non sa più da che parte schierarsi. Tardelli osa, ovviamente: via Mezzano, dentro Comandini, difesa a tre e Pirlo dietro le punte (17'). L'Italia si muove a scatti e per inerzia, Ventola fallisce gli stop elementari, vanificando ogni trama. Una volta saltato l'accenno di pressing azzurro, la manovra ospite è elegante e fertile, Luccin e Dabo si muovono ad organetto, danno lezioni. Fortuna che il tracollo è scritto con l'inchiostro simpatico: Kanuote dalla destra con Abbiati in preda a colpi di sonno, il raddoppio di Henry annullato perché - l'idea è del guardalinee - il cross avrebbe scavalcato la traversa prima di tornare in campo (27'). L'intervallo sconvolge l'Azzurra: degli anonimi undici che avevano finito il primo tempo, restano solo nomi e numeri di maglia, cambia lo spirito; la scansione delle idee, la precisione dei passaggi. C'è gioco, c'è pathos. In 10 minuti quattro occasioni, la più ghiotta è l'inzuccata di Ventola su cross di Ambrosini che si addormenta sulla base del palo (5'). Il segreto della rinata fluidità è nell'occupazione continua delle fasce e degli spazi: Zambrotta esce dal letargo e costringe Gallas a limitarsi nelle effervescenze, Gattuso aggiunge insospettata qualità alla consueta quantità. Dai piedi del cerbero rossonero parte l'invito per la testa di Comandini che vale il pareggio (14'). Un minuto prima la Francia aveva fallito il match-point, la punizione a foglia morta di Henry si stampa sulla traversa con Abbiati in adorazione e supplica...