Monday, April 26, 2021

AS Roma Stagione 1957 1958

 Il periodo di serenità viene subito turbato dall'acquisto del danese Bronée che, in combutta con Viani, crea non poche grane a Biancone il quale, dopo 25 anni di servigi, cede il posto a Renato Sacerdoti. Si cambia, sulla panchina si siede Mario Varglien e fa stagione sì conclude al sesto posto. La ricostruzione è già in atto, la Roma cerca scenari nuovi per dimenticare il passato, e nell'ultima giornata del 31 maggio 1953, la novità più gradita è l'esordio sul tappeto verde dell'Olimpico. Il valzer degli allenatori non grazia Varglien, sostituito dall'inglese Jesse Carver e nel frattempo indossa la maglia giallorossa Alcide Ghiggia, l'u-ruguayano che ha fatto esplodere il Ma-racanà con un gol al Brasile nella finale mondiale del 1950. Di classe ne ha molta, lo sanno bene gli avversari, ridicolizzati la maggior parte delle volte dalle finte brucianti del fuoriclasse. Non segna molto, ma manda in rete i compagni Pandolfìni e Bettini. La posizione di classifica è buona, come quella dell'anno precedente, sesto posto e 36 punti. 

 La stagione '54-'55 è caratterizzata dagli acquisti di Boscolo, Giuliano, Cavazzuti, Bertuccelli, Nyers, Sandri e Stucchi, e con un organico ritenuto di qualità elevata, il tecnico Carver punta al vertice. La Roma termina terza, 41 punti (poi seconda per la retrocessione d'ufficio dell'Udinese), dopo aver battuto il Milan in casa e a San Siro. Ma anche Craver viene fatto fuori. Ecco allora Sarosi, il tecnico più accreditato del momento, ex Genoa ed ex nazionale ungherese. Con lui sono neogiallorossi Da Costa, Prenna, Panetti, Losi e Biagini. L'attacco fa tremare le porte avversarie, realizzatori implacabili Da Costa, Ghiggia e Nyers. Tuttavia, a fine torneo l'abbondanza di segnature non permette alla Roma di superare il sesto posto. Per la stagione '56-'57 Sarosi chiede il cinque volte capo-cannoniere Nordhal, Lojodice e Pestrin. L'ex milanista non ha la lucidità di un tempo, ma viene comunque affiancato da Da Costa e l'attacco decolla. Purtroppo la Roma fa acqua in altri reparti e ne fa le spese, come al solito, la "panchina". Sarosi non termina il campionato e Masetti gli subentra come traghettatore d'emergenza. Si conclude a 31 punti e il testimone passa, nel '57-'58, al l'inglese Alee Stock, che con Griffith, Magli, Corsini, Menegotti, Secchi e Morbello non ci si ritrova. 

 Il tecnico perde, annaspa e presto viene esonerato. La Roma non ha pace e chiede a Nordhal e Busini di provvedere. Lo svedese passato dal campo alla panchina merita la riconferma acciuffando un dignitoso quinto posto. Poi Arne Selmosson viene acquistato in estate. È un ex laziale, ottimo elemento che non lega però con i compagni. Rivoluziona il gioco con il contropiede, mettendo così in ombra il due volte capocannoniere Da Costa. In quell'anno due sono le vittorie nel derby, con sei gol segnati, tre all'andata e altrettanti al ritorno. I bomber vanno in rete a rotazione come pure si alternano gli allenatori alla conduzione. Nordhal, Sarosi e poi di nuovo Nordhal; così i "lupi" chiudono al sesto posto, con 35 punti, il campionato '58-'59. Si cambia tutto, torna in gìallorosso un tecnico italiano. Si chiama Alfredo Foni, ex c.t. della Nazionale e vecchia gloria del calcio, che punta sull'argentino Pedro Man-fredini, soprannominato "Piedone". È un tipo strambo, un centravanti capace di fare gol spettacolari e di sprecare occasioni facili. Sradica sedici reti, tre più di Selmosson. Prodezze intermittenti che collocano i giallorossi al nono posto, quota 34. E in Coppa Italia la Roma esce ai sedicesimi di finale, causa la Sampdoria. Né va meglio nella Coppa dell'Europa centrale, dove lo Spartak Trnava prevale nei confronti diretti.
 

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