Napoli.Uono.Domenica.ITA.05052023.twb22.blogspot.mp4
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“Napoli capitale, del calcio italiano, e nuovamente di se stessa – scrive Porrà - perché uno scudetto sutura ferite, alleggerisce l’anima, rischiara il futuro. Ed è vibrazione che tutto scuote, avvolge, trasforma.” E la città-teatro, che si esalta nella sua funambolica attitudine a raccontarsi per strada, è la grande protagonista della puntata, cui contribuiscono le osservazioni di alcuni suoi illustri rappresentanti, come lo scrittore Maurizio De Giovanni e l’attrice Cristina Donadio, la Scianel di “Gomorra La Serie”, a ricordarci che, come si festeggia sotto il Vesuvio, non si festeggia da nessun’altra parte.
Il percorso narrativo de “L’uomo della domenica” torna poi all’origine dei sogni napoletani, perché ogni nuova conquista, come il fresco scudetto, riporta a Maradona, al luglio ‘84, a quella messianica apparizione, a quel pallone lanciato per aria come guanto di sfida, che quel giorno capovolse, indirizzò il destino di una città e della sua gente. Il decollo della storia che la puntata ripercorre.Seconda tappa, il 10 Maggio ’87. Il giorno del primo scudetto. Anzi, o’ scudetto, per dire della sua unicità nella memoria collettiva. Eretico, spudorato, perché sovvertiva l’ordine costituito. Mai si era vista una festa di popolo così totale, mai si era visto un fuoriclasse, il più grande, anche nel conquistarsi una devozione così mistica sulla scia di quel trionfo. Il testimone di questa parte della storia è l’ex scudettato Bruno Giordano.
Il racconto scava poi sui protagonisti del terzo scudetto: Kvaratskhelia, che qualcuno paragona al pibe de oro - azzardo acceso da giocate a effetto, murales celebrativi, statuine a ruba a San Gregorio Armeno -, poi Osimhen l’uomo mascherato che ha regalato a Napoli un nuovo feticcio, un culto che affresca l’immaginario dei ragazzini che giocano a “pallastrada” come i Celestini nel romanzo di Benni, gli scugnizzi nei racconti di Saviano. E naturalmente Spalletti, il Certaldese, come Boccaccio, padre del “Decameron”, pure lui, in gioventù, a Napoli, quella angioina del Trecento, “lieta, pacifica, magnifica”. Questo pantheon dei nuovi eroi di Napoli è commentato in puntata anche da giornalisti e scrittori, avvezzi all’osservazione della città: Marco Ciriello, Monica Scozzafava, Antonio Giordano, Maurizio Nicita, che contribuiscono al racconto di una Napoli che oggi si è ripresa i suoi sogni, decisa a tenerseli stretti.
«Naples, la capitale du football italien, et encore d'elle-même - écrit Porrà - parce qu'un Scudetto suture les blessures, allège l'âme, éclaire l'avenir. Et c'est la vibration qui secoue, enveloppe, transforme tout. Et le théâtre de la ville, qui s'exalte dans son aptitude acrobatique à raconter son histoire dans la rue, est le grand protagoniste de l'épisode, auquel contribuent les observations de certains de ses illustres représentants, comme l'écrivain Maurizio De Giovanni et le l'actrice Cristina Donadio, la Scianel de « Gomorra La Serie », pour nous rappeler que, comme nous célébrons sous le Vésuve, nous ne célébrons nulle part ailleurs.
Le chemin narratif de "L'homme du dimanche" revient ensuite à l'origine des rêves napolitains, car chaque nouvelle conquête, comme le nouveau scudetto, nous ramène à Maradona, en juillet 84, à cette apparition messianique, à ce bal lancé dans le l'air comme un gant, qui s'est renversé ce jour-là, a dirigé le destin d'une ville et de ses habitants. Le décollage de l'histoire que retrace l'épisode. Deuxième étape, 10 mai 1987. Le jour du premier championnat. En effet, ou 'scudetto, pour dire de son unicité dans la mémoire collective. Hérétique, éhonté, car il a renversé l'ordre établi. Jamais on n'avait vu un parti populaire aussi total, on n'avait jamais vu un tel champion, le plus grand, même en gagnant une telle dévotion mystique à la suite de ce triomphe. Le témoin de cette partie de l'histoire est l'ancien vainqueur du Scudetto Bruno Giordano.
ITA 2mnts
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