Thursday, April 22, 2021

Zico Best Goals

Capitolo dedicato ai grandi interpreti di un calcio romantico, quasi da altri tempi, oggi parliamo di uno dei più grandi numeri 10 della storia del calcio Arthur Antunes Coimbra conosciuto come Zico nato il 3 marzo del 1953 a rio de janeiro. Cresciuto nel quartiere Quintinho Bocaiuva zona nord di rio, comincia a muovere i primi passi in un club fondato da amici del quartiere, lo juventude de quintinho, poi passa a giocare a futsal nel river futbol club, tradizionale squadra di futsal del quartiere piedade, proprio lì viene notato da un osservatore che lo porta immediatamente al gàvea, il centro allenamenti del Flamengo, dove viene inserito nel settore giovanile a 14 anni nel ’67. Il tecnico delle giovanili Bria è colpito dal fisico fragile ed esile del ragazzo è lo sopranomina galinho de quintinho, galinho per il fisico gracile e quintinho per il quartiere di provenienza, però sopratutto lo sottopone ad un intenso lavoro di preparazione fisica, per potenziarne il fisico, inculcando nel ragazzo l’amore per il lavoro e il senso della professionalità che distingueranno per sempre la sua carriera. 
Nelle giovanili del Flamengo Zico fa il bello e il cattivo tempo, realizza 86 reti in 112 presenze e si rivela presto essere il talento più puro del calcio brasiliano in cerca da poco di un erede di Pelè. Zico da subito si dimostra un mix di tecnica sopraffina e intelligenza tattica che unite alle notevoli capacità balistiche e la precisione chirurgica nei calci di punizione ne fa un giocatore completo.
 A 18 anni Zico fa qualche apparizione in prima squadra ma solo due anni dopo, 1974, il brasiliano ne entra a pieno titolo. Da quel momento l’attaccante scrive le pagine più importanti del periodo più luminoso della storia del Flamengo.
Nella prima stagione da titolare realizza 20 reti in 31 partite e conduce la sua squadra alla vittoria del Campionato dello stato di Rio.
Nel 1975 Zico non riesce a far vincere il campionato alla propria squadra ma si laurea capocannoniere del Campionato dello stato di Rio con 30 reti.
Anche nel 1976 la squadra resta a secco di successi nonostante l’apporto del giocatore non venga mai a mancare, a fine anno infatti Zico va a segno per 18 volte.

Nel 1977 Zico fa incetta di trofei personali: si aggiudica il titolo di Capocannoniere del Campionato dello stato di Rio, il premio come Miglior giocatore sudamericano dell’anno della rivista El Mundo e soprattutto il suo primo Pallone d’oro sudamericano. La squadra per la terza volta di fila resta a secco di trofei ma Zico è una realtà consolidata all’interno del calcio sudamericano.
Il 1978 è l’anno del riscatto: la squadra torna a vincere il Campionato dello stato di Rio e Zico si laurea ancora una volta capocannoniere grazie alle sue 19 reti che gli consentono di essere convocato per i Mondiali del 1978.
La spedizione in Argentina si conclude al terzo posto per i verdeoro e Zico ha la soddisfazione di andare a segno per la prima volta in un Mondiale nella vittoria del Brasile per 3-0 ai danni del Perù. Durante la partita contro la Svezia egli segna direttamente da calcio d’angolo ma l’arbitro, il gallese Clive Thomas, annulla dicendo di aver fischiato la fine del match mentre il pallone era ancora in aria.
L’anno seguente Zico vince ancora una volta il Campionato dello stato di Rio e il titolo di capocannoniere con 26 gol ma oramai questo non fa più notizia.

Il suo era un calcio fantasioso ma efficace, fatto di dribbling, assist, e accelerazioni fulminanti che lo portavano a superare le difese avversarie con estrema semplicità e a segnare gol di pegievole fattura, ma la specielatà erano sicuramente i calci da fermo che batteva millemitricamente con precisione chirurgica, ancora oggi è considerato come forse il miglior battitore di punizioni.
Da quì partono anni indimenticabili, i più gloriosi della storia del Flamengo, Zico arriva ad essere ancora oggi ricordato come l’idolo maggiore di tutti i tempi della tifoseria rubronegra, tra i suoi fans non può mancare ovviamente il cantautore Jorge Ben Jor che gli dedica la popolare canzone “o camisa 10 da gàvea” ovvero il numero 10 del gàvea. In questo periodo Zico vince col Flamengo ben 5 titoli statali e 3 titoli nazionali oltre a innumerevoli trofei amichevoli internazionali tra cui 2 Ramon Carranza di cui uno vinto in finale contro il Barcellona di Neeskens, Simonsen e Krankl. Nel ’81 è forse il momento migliore, vince la coppa libertadores contro i cileni del Cobreloa, nella finale di andata al maracana segna entrambi i gol del 2-1 finale, al ritorno in cile è colpito con un anello affilato dal difensore Mario Soto che gli procura una ferita che ne impedisce l’utilizzo nel secondo tempo della partita, che finisce 1-0 per i cileni, così servirà la terza partita in campo neutro, in Uruguay dove vince il Flamengo 2-0 con doppietta di Zico autore di 2 gol da cineteca, il secondo su punizione. Con la vittoria della libertadores il Flamengo vola a Tokio per disputare la coppa intercontinentale contro il Liverpool, i reds sono i favoriti venendo da vittorie in coppa uefa e 3 coppe campioni negli ultimi anni, ma in campo con una partita spettacolare a vincere sono i brasiliani per 3-0, a fine partita il tecnico degli inglesi Paisley va a stringere la mano a tutti i giocatori del flamengo dichiarando: “voi giocate in un modo a noi sconosciuto, voi danzate in campo, non siete umani siete divini”.
Zico nonostante non segni nessun gol viene eletto miglior giocatore della partita e viene premiato con una auto toyota, però Zico venderà l’auto e dividerà il ricavato con tutta la squadra. A Tokio il Flamengo disintegra il Liverpool per 3-0 e sale sul tetto del mondo. Zico è l’anima di quella squadra e a fine anno diventa il giocatore più premiato del pianeta. In quell’anno egli vince infatti il titolo di Capocannoniere della Coppa Libertadores, Miglior Giocatore della Coppa Libertadores, Miglior Giocatore della Coppa Intercontinentale, Miglior Giocatore Sudamericano, Pallone d’oro sudamericano per la seconda volta, Calciatore dell’Anno dalle riviste calcistiche di tutto il mondo tra cui il Guerin Sportivo, El Mundo, El Balon e il Placar Magazine.
Zico è senz’ombra di dubbi il protagonista della scena di quegli anni e anche nel 1982 si riconferma ad alti livelli vincendo il Campionato brasiliano, il titolo di Capocannoniere del Campionato brasiliano con 22 reti, il premio come Capocannoniere Brasiliano in assoluto con 59 gol, il terzo Pallone d’Oro sudamericano (secondo di fila) e ancora una volta Giocatore sudamericano dell’anno.
A lui viene affidata la leggendaria maglia numero 10 della nazionale brasiliana in occasione dei Mondiali del 1982, edizione in cui a detta di molti si è esibito il Brasile più bello della storia. 

La nazionale di Telè Santana oltre a lui può schierare gente del calibro di Falcao, Socrates, Cerezo, Junior, Eder. E’ una squadra spettacolare che realizza ben 15 gol in 5 partite ma che è destinata come la grande Olanda degli anni ’70 a non vincere nulla. Contro l’Italia i verdeoro escono dal torneo e probabilmente se avessero eliminato gli azzurri essi si sarebbero facilmente laureati campioni del mondo. A quel Brasile sicuramente è mancata una punta capace di concretizzare in rete il fantastico gioco dei propri trequartisti, chissà cosa sarebbe accaduto se un Ronaldo fosse nato vent’anni prima.
Nonostante l’eliminazione dal Mondiale, Zico viene inserito dalla Fifa nella formazione tipo della Coppa del Mondo ma grande resta il rammarico per il non aver vinto una competizione che era alla propria portata.

Nel 83 dopo conquistare il terzo titolo nazionale la coppa uniao, diventata oggi il brasileirao, Zico viene venduto in Italia, però nonostante il forte interesse di grandi club come Juve e Roma, il galinho viene acquistato dall’Udinese per una cifra record per il calcio italiano di 4 milioni di dollari, la federazione sospende addirittura l’acquisto considerandolo eccesivamente alto, immorale, ma si scatena in friuli una vera insurrezione che alimenta la spinta separatistica di quegli anni, con scritte “o Zico o Austria”, il presidente Pertini impaurito interviene in prima persona e convalida l’acquisto del fuoriclasse brasiliano. Zico fà da subito volare una Udinese di basso livello, il suo calcio è entusiasmante, le trasmissioni televisive si chiedono e parlano quale sia il modo di fermare questa stupenda mezzapunta, in che modo impedirgli di segnare, complice un infortunio la stagione 83/84 finisce per l’Udinese al nono posto a 4 punti dall’inter quarta e Zico è il vicecanoniere della serie A con 19 gol uno in meno di Platini, però Zico giocherà anche ben 6 partite in meno del francese della Juve. Nel 84 arriva in italia Maradona è si riaccende il vecchio duello sudamericano tra Zico e Maradona che insieme a Platini erano i 3 numeri 10 più forti di quel periodo a livello mondiale. Però Zico causa gravi infortuni nel 84/85 disputa solamente 15 partite segnando comunque 3 gol che serviranno ai friulani per salvarsi. 
Zico però rimane deluso dalla dirigenza che gli aveva promesso di allestire una squadra competitiva, mentre ciò non avviene, inoltre si scatena in italia una campagna infamante nei confronti del brasiliano, la presenza di Zico a Udine dava molto fastidio, inoltre il giocatore dichiarava sempre il suo apertamente senza tapparsi la bocca, in particolare dopo un Napoli-Udinese dove dichiara: “non è giusto che io e i miei compagni lavoriamo duramente durante la settimana per poi succedere ciò che tutti voi potete vedere” 
Così esce fuori una storia di invio di denaro in brasile in modo illecito, il processo si rivelerà una farsa, Zico difatti aveva un contratto pubblicitario firmato in brasile, ma il fatto di averlo cercato di “fare fuori” infangando il suo nome con strumenti processuali fà decidere al campione di lasciare il bel paese per tornare a Rio al suo Flamengo.
Purtroppo il suo ritorno nel ’85 è terribile per un cattivo intervento del difensore del Bangù Marcio Nunes che entra con entrambi i piedi uniti sul ginocchio sinistro di zico, nella caduta Zico riceve pure una forte contusione alla testa. La carriera sembra finita, ma il carattere duro e grintoso di lottatore lo spinge a recuperare, ci sono i mondiali di messico 86 da giocare, Zico vuole esserci, recupera appena in tempo per vincere un titolo estadual ed essere convocato per i mondiali, però la sua gamba non sarebbe più tornata come prima, Zico deve modificare il modo di giocare, da dribbling ubriacanti a tocchi di prima e lanci, meno foga agonistica ma un passo più cadenziato. Vincerà nel ’87 un altro titolo nazionale, il quarto per il Flamengo e nel ’89 darà l’addio al calcio in una amichevole al maracanà (brasile-resto del mondo) il suo stadio dove realizò 333 gol in 435 partite. Nel 91 sarebbe tornato a giocare in giappone contribuendo in modo essenziale alla professionalizzazione del calcio nel paese del sol levante dove nel 94 si sarebbe ritirato in modo definitivo.
In nazionale è il terzo cannoniere di sempre dietro a Pelè e Romario, pur non essendo un attaccante di ruolo, ha vinto la taça atlantico del ’76 e il mundialito di Calì nel ’77.  Ha partecipato a 3 mondiali, argentina ’78 arrivando terzo senza mai perdere una partita in un mondiale ricordato per lo scandalo della partita argentina-perù che avrebbe qualificato i brasiliani alla finale. Nel ’82 in spagna è stato grande protagonista di stupende partite nel brasile forse più bello di sempre dopo l’era Pelè-Didi-Garrincha, quel brasile perse contro l’Italia di Bearzot che scalò Gentile in marcatura su zico, lo juventino si rese protagonista di una partita violenta, addirittura lasciò in mille brandelli la maglia di zico, tirandolo in piena area di rigore, ciò nonostante l’arbitro non diede il rigore, ma nonostante la marcatura di Gentile, Zico diede luce al Brasile dando il passo per il gol di Socrates. Nel ’86 in messico Zico come abbiam detto arriva in pessime condizioni, ancora convalescente dall’infortunio al ginocchio sinistro ed è prevalentemente riserva, però quando entra accende sempre la luce,la sfortuna però si accanisce su di lui,nei quarti contro la Francia di Platini, fallisce un rigore sul risultato di 1-1 così la partita finisce ai rigori, questa volta Zico non sbaglia, a sbagliare è Platini per i francesi ma Socrates e Julio Cesar falliscono per il brasile, così Zico verrà ricordato per sempre come il fuoriclasse che non ha vinto il mondiale.
Zico è di uno dei giocatori più forti della storia, un campione che nonostante non abbia vinto nulla ne in nazionale ne in Europa è rimasto nel cuore di tutti gli appassionati di calcio.
A noi Zico piace ricordarlo per ciò che ha dato in campo, per le sue 750 partite condite da 516 gol.
Zico è stato l’esempio del calciatore d’attacco universale, colui che può ricoprire diverse zone d’attacco ma il cui risultato è sempre lo stesso: il gol.
Agilità, velocità, dribbling nello stretto, tecnica eccelsa, precisione dei calci piazzati, passaggi chirurgici, tiri potenti, senso della posizione, visione di gioco: senz’ombra di dubbio Zico è stato uno dei giocatori più completi della storia del calcio.
Il fatto che abbia giocato nell’Udinese poi lo rende più simpatico agli occhi di tutti i tifosi italiani e purtroppo nel calcio ipermonetizzato di oggi un caso come quello di Zico è sempre più improbabile che si ripeta.

In questo articolo abbiamo ripercorso le tappe della carriera di un giocatore fantastico, un calciatore appartenente a un calcio differente da quello di oggi ma probabilmente più romantico. Gli anni ’80 ci hanno regalato grandi campioni come Maradona, Platini, Van Basten, Matthaus e molti altri ancora; Zico è stato uno dei fari di quell’epoca memorabile, un’epoca in cui più che gli asfissianti schemi sono state le prodezze dei grandi campioni a farla da padrone.
Zico vedeva il calcio in maniera libera, totale, fantasiosa: di questo gliene saremo sempre grati.





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11 comments:

  1. Thank you very, very, very much... My footbal idol also. Can't wait for video upload!

    Best regards!

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  2. I'm having a problem when unzipping the files... The file VTS_01_1.VOB displays a message of "wrong password?". Could you please check it out and fix it?

    Many thanks!

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    I try to download and test.
    I'll tell you later.

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    my blog. Do you mind?

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